mercoledì 13 febbraio 2013

Intervista all'ing. Francesco Marinelli

Maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale dei prodotti per tutto il loro ciclo vitale. Possibilità di procedure semplificate senza diminuire il livello di sicurezza. Armonizzazione delle norme. Sono solo alcune delle numerose novità introdotte dal nuovo regolamento 305/2011 dell’Unione Europea sulla commercializzazione dei materiali da costruzione. Abbiamo parlato di questa interessante novità con l’ing. Francesco Marinelli, presidente di Ecoaction e coordinatore del Comitato tecnico di Ecomake.
Ing. Francesco Marinelli

L'UE emana  un nuovo regolamento sui materiali da costruzione (305/2011). Si tratta di un passo in avanti?
 
Si tratta di un deciso passo in avanti. Innanzitutto, rispetto alla ormai vecchia 89/106, ai sei requisiti di base delle opere da costruzione ne è stato aggiunto un settimo, ovvero l’uso sostenibile delle risorse naturali. In pratica anche in questo settore della normativa Ue è stata recepita la preoccupazione di non impoverire le risorse naturali con l’uso e lo spreco incontrollato di territorio e di materie prime e secondarie.  Altro aspetto innovativo è l’obbligo di garantire anche nel tempo le caratteristiche essenziali dei prodotti da costruzione "in modo da non rappresentare, per il loro intero ciclo di vita, una minaccia per l'igiene o per la salute e la sicurezza dei lavoratori, degli occupanti e dei vicini e da non esercitare un impatto eccessivo sulla qualità dell'ambiente o sul clima", come recita il regolamento stesso.

Un passo in avanti nella direzione indicata da Ecomake?

Certamente Ecomake ha il merito di aver sposato, fin dalle origini, una visione attenta alle più aggiornate tendenze del mondo edilizio, sia in termini di normative, sia ovviamente di tecnologie. Una visione che, per sua natura, si  nutre di continui stimoli e suggestioni, pertanto ogni edizione di Ecomake ha sempre qualcosa di nuovo e di innovativo da mostrare. La maggiore novità di quest’anno è sintetizzata nel tema “La qualità dell’aria negli ambienti interni”, legata chiaramente alla scelta e all’uso dei vari materiali edili. Il concetto, quindi, è quello della sostenibilità che passa attraverso precise indagini ambientali e porta avanti un lavoro già avviato lo scorso anno, in anticipo rispetto quanto deliberato oggi dall’UE.
 
Allora, volendo guardare ancora più avanti, come vede la casa tra 10 anni?
 
La vedo fortemente innovativa, praticamente autosufficiente, o quasi, dal punto di vista energetico. Peraltro la tendenza all’innovazione verrà favorita dall’esigenza di una maggiore qualità nelle edificazioni più che dalla quantità. Un’edilizia di quantità non è oggi più ipotizzabile e dieci anni mi sembrano un tempo logico affinché si affermi un nuovo modello di abitazione. Peraltro se sotto il profilo del risparmio energetico c’è già un intervento legislativo importante, lo stesso approccio non c’è per quanto riguarda la salubrità. Perciò Ecomake tende proprio a colmare questa lacuna proponendosi come riferimento per quanto riguarda la salubrità degli ambienti.

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